KET-Lab, la tecnologia è in circolo

00:06:38 30.05.2016
Dallo Spazio alla vita di tutti i giorni: le tecnologie innovative messe a punto per affrontare l'esplorazione oltre atmosfera sono utili anche per i 'terrestri', a patto che il mondo della ricerca e quello delle imprese mettano in comune le loro conoscenze e capacità. In Italia succede al KETLab.
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Dallo Spazio alla vita di tutti i giorni: le tecnologie innovative messe a punto per affrontare l'esplorazione oltre atmosfera sono utili anche per i 'terrestri', a patto che il mondo della ricerca e quello delle imprese mettano in comune le loro conoscenze e capacità. In Italia succede al KETLab, un laboratorio interdisciplinare da 1600 metri quadri ospitato nella sede dell'Agenzia spaziale italiana, nato dalla collaborazione con il consorzio Hypatia. Le parole d'ordine sono multidisciplinarietà, condivisione e sviluppo industriale. I progetti su cui lavorano 21 giovani ricercatori e 50 collaboratori vanno dalla medicina alla tutela dell'ambiente e all'energia e finora hanno fruttato 2 brevetti e altri 3 in attesa di approvazione. Le porte del KET-Lab si sono aperte in occasione dell'evento 'La primavera dell'innovazione'. L'anima del laboratorio poggia su “un meccanismo circolare che si basa su tre direttrici, mettendo a sistema il trasferimento tecnologicospiega il direttore del consorzio Hypazia, Lorenzo Scatena- La prima direttrice e' il contatto tra mondo della ricerca e impresa, c'e' poi la parte legata alla realizzazione di spin-off, e infine la circolazione libera di proprieta' intellettuale". Tra le tecnologie attualmente in uso all'interno del KET-Lab c'è la stampante 3D per i metalli. Funziona così: i metalli, sotto forma di polveri, creano uno strato di pochi micron, poi tramite laser, si salda la polvere e si inizia a creare il pezzo meccanico, si rideposita sopra altra polvere e così via fino a che il pezzo non cresce in modo verticale. E' in corso anche un progetto per realizzare celle solari estremamente leggere e molto economiche, che diventeranno le dirette concorrenti di quelle al silicio, a cui mirano a sostituirsi. I centri come il KET-Lab sono una prassi consolidata in Europa, anche se una novità per il nostro Paese. "Strutture come queste - ha spiegato Aude de Clercq, dell'ufficio di Trasferimento tecnologico dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA) - sono fondamentali alla nostra missione di trasferimento industriale delle tecnologie sviluppate per raggiungere i traguardi spaziali. Aiutare ad andare oltre il settore spaziale è un modo di aiutare la collettività” Laboratori 'aperti' e multidisciplinari portano con loro l'esigenza di "un cambiamento di mentalita'" per l'Italia, specifica il presidente di Hypazia, Flavio Lucibello, per cui "le persone si devono fidare del sistema" e mettere in comune le loro conoscenze e abilita'. E qualche passo avanti è stato fatto. L'esperienza di KET-Lab è appena all'inizio Nel video le interviste a: LORENZO SCATENA – Direttore Consorzio VALERIO IANI’ – Fisico EMANUELE SBARDELLA – Ingegnere elettronico AUDE DE CLERCQ – Ufficio di Trasferimento tecnologico dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) FLAVIO LUCIBELLO – Presidente Hypazia
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